Enough with the exaltation of the fur

To satisfy the whims and vanity of people who often do not even realize that, every year millions of innocent creatures are sacrificed by cruel methods, before being slaughtered, they spent their entire lives crammed into cages suffering tiny, malnourished, deprived of their liberty of each movement or have been torn from their natural environment in a violent manner.
We thus ask the directors of fashion magazines not to publish more services that enhance the fur causing so many women believe to be more chic and more fascinating going around dressed with carcasses.

Heartfelt thanks to all those who will support this petition.

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Le pellicce e i gli oggetti guarniti con parti di esse nascondono una tragedia di immani proporzioni. Per soddisfare il capriccio e la vanità di persone che spesso nemmeno si rendono conto ogni anno vengono immolate con metodi crudeli milioni di creature innocenti che, prima di venire trucidate, hanno trascorso tutta la loro esistenza soffrendo stipate in gabbie piccolissime, malnutrite, private della libertà di ogni movimento oppure sono state strappate dal loro ambiente naturale in maniera violenta.
Chiediamo perciò ai direttori delle riviste di moda di non pubblicare più servizi che esaltano le pellicce inducendo così  tante donne a credere di essere più chic e  più affascinanti andando in giro vestite di cadaveri.
Grazie di cuore  a tutti coloro che sosterranno questa petizione.
Vogue Italia           Franca Sozzani        vogueitalia@vogue.it
Elle                         Danda Santini         dsantini@hearst.it
Maria Claire          Antonella Antonelli        a.antonelli@hearst.it
A                             Maria Latella            lettere.latella@rcs.it
Amica                    Cristina Lucchini         amica@rcs.it
Io Donna               Diamante D'Alessio        lettere.iodonna@rcs.it
Grazia                     Vera Montanari              grazia.direttore@mondadori.it
Flair                        Vera Montanari        flair.direttore@mondadori.it
Tu Style                  Maria Elena Viola        viola@mondadori.it
D Repubblica       Cristina Guarinelli        dmag@repubblica.it
Velvet                     Daniela Hamaui        velvet@larepubblicavelvet.it   
Gioia                     Raffaela Carretta        gioiaposta@hearst.it, rcarretta@hearst.it
Diva e Donna      Angelo Ascoli                divaedonna@cairoeditore.it


Judging by the many articles published in your magazine you seem to be a sensitive and attentive woman who pays particular attention to social problems. Despite that, why you continue to be deaf and indifferent to the plight of animals raised, caught and killed for the production of fur and you continue to devote pages and pages of fashion services that
enhance their use as leaders, as accessories such as decorations?

Being you an opinion leader and as such you cause millions of women around the world to dress up "CARCASES" creating the illusion that it can appear more attractive or more chic... but beauty and elegance come from the soul and they can’t be joined with the unimaginable suffering of millions of animals, forced to live their whole lives in a manner contrary to their nature, crammed into tiny cages, malnourished, deprived of all freedom of movement or torn violently from their environment and then be killed in cruel ways.

Just in Italy, recently it was presented a bill in primis subscribed by Minister Mrs. Michela Vittoria Brambilla. This bill bans the breeding, capture and killing of animals for fur production. Do not be deaf to the growing sensitivity to the animals that are becoming increasingly common in our country

We wish to emphasize the coats of dubious origin that often, behind imaginary names, conceal a terrifying truth: that they belonged to dogs and cats. In fact, in many countries despite laws prohibiting it, to determine their exact origin, it is necessary to examine the DNA and the buyer certainly can’t check if the imitation of the object signed by a famous fashion designer sold in the local street markets is the result of skinning of a German shepherd, of a stray or of a vagabond cat.

In addition, the fur has long since ceased to be functional product for protection against the cold. Technical fabrics are now warmer, comfortable, happy, healthy (no weight on the spine) and eco-friendly (pollution from fur farming is many times greater than that emitted by factories of synthetic fabrics).

And please do not try making excuses drawing inadequate comparisons between cattle breeding to eat and fur farming: THE LAST ONE DEPEND ONLY ON HUMAN CAPRICE AND VANITY.
We wish to appeal to your sensibilities and better nature so that you are not longer a party to so much suffering and cruelty.
We are sure that if you put a hand on your heart and listen to your own conscience in the future you will not want to magnify the furs so emphatically.
In return you will have the gratitude and solidarity of millions of people who love animals… and above all you will have the gratitude of the many virtual innocent creatures that no longer have to suffer excruciating pains basis only in the name of the vanity of a few.

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Caro Direttore,
                         a giudicare da molti articoli pubblicati sulla sua rivista, Lei appare una donna sensibile e attenta ai problemi della società. Perché allora rimane sorda alla tragedia degli animali allevati, catturati e uccisi per la produzione delle pellicce e continua a dedicare pagine e pagine ai servizi di moda che esaltano il loro uso come capi, come accessori, come decorazioni?
 Lei è una opinion leader e come tale induce migliaia di donne a vestire “cadaveri” creando l’illusione che così possano apparire più chic o più affascinanti. Ma bellezza ed eleganza provengono dall’anima. Soprattutto non possono coniugarsi con le inimmaginabili sofferenze inflitte a milioni di animali costretti a vivere tutta la loro esistenza in modo contrario alla loro natura, stipati in gabbie piccolissime, malnutriti, privati di ogni libertà di movimento oppure strappati con violenza dal loro ambiente. Per poi essere uccisi nei modi più crudeli. Per non parlare poi di peli di dubbia provenienza che spesso, dietro nomi fantasiosi, occultano una verità agghiacciante: quella di essere appartenuti a cani e a gatti. Infatti, nonostante le leggi di molti Paesi lo proibiscano, per determinare la loro origine esatta, occorre l’esame del DNA e l’acquirente non può certo controllare se l’imitazione dell’oggetto firmato da un famoso stilista venduto nei mercatini sia frutto dello scuoiamento di un pastore tedesco, di un randagio e di un micio vagabondo.
Proprio in Italia, da poco è stato presentata una proposta di legge con primo firmatario l’On. Michela Vittoria Brambilla che vieta l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali per la produzione di pellicce. Non sia sorda alla crescente sensibilità verso gli animali che si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese.
Inoltre da molto tempo la pelliccia ha finito di essere prodotto funzionale per ripararsi dal freddo. Ormai esistono tessuti tecnici più caldi, confortevoli, allegri, salubri (non pesano sulla colonna vertebrale) ed ecologici (l’inquinamento prodotto dagli allevamenti è di molte volte superiore a quello emesso dalle fabbriche di tessuti sintetici).
E non cerchiamo giustificazioni facendo paragoni impropri fra gli allevamenti di animali a scopo alimentare e quelli di pellicce: questi ultimi sono figli soltanto del capriccio e della vanità.
Ci appelliamo quindi alla Sua sensibilità perché non sia più complice di tanta inutile sofferenza.
Siamo sicuri che se ascolterà la sua coscienza e il suo cuore in futuro non vorrà più magnificare  le pellicce con tanta enfasi . In cambio avrà la riconoscenza e la solidarietà delle schiere di persone che amano gli animali. E la gratitudine virtuale delle tante creature innocenti che non dovranno più  patire pene atroci soltanto in nome della vanità di pochi.
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